Yuko Mohri | Entanglements | 18.09.2025 - 11.01.2026 | Pirelli HangarBicocca
Pirelli HangarBicocca presenta la mostra Yuko Mohri "Entanglements" 18 settembre 2025 – 11 gennaio 2026 A cura di Fiammetta Griccioli e Vicente Todolí Anteprima stampa, martedì 16 settembre 2025 Opening, mercoledì 17 settembre 2025
Dal 18 settembre 2025 all'11 gennaio 2026 Pirelli HangarBicocca presenta "Entanglements", la mostra personale di Yuko Mohri, artista giapponese, da sempre interessata alla natura trasformativa degli elementi quotidiani e organici per produrre cambiamenti visivi e sonori e portare all'attenzione del pubblico, con labili assemblaggi e sistemi interconnessi, temi fondamentali legati all'ambiente e alla coesistenza sociale, come sfide globali della nostra società. Conosciuta per i suoi intricati e originali assemblaggi recentemente presentati in Italia alla 60. Biennale di Venezia (2024), all'interno del Padiglione del Giappone, Yuko Mohri (Kanagawa, Japan, 1980; vive e lavora a Tokyo) crea sculture cinetiche site-specific che incorporano oggetti trovati e di uso quotidiano, attingendo dall'esperienza di Marcel Duchamp (1887-1968), o strumenti musicali da lei rimaneggiati che vengono connessi a circuiti elettronici in risposta a fenomeni impercettibili, transitori ed effimeri quali gravità, magnetismo, calore e umidità. Questi elementi ambientali casuali e instabili, nello specifico aria, polvere, detriti e temperatura, plasmano le sue composizioni facendole diventare degli ecosistemi organici, all'interno dei quali è centrale la componente sonora. Mohri ha conseguito un percorso di studi interdisciplinare nell'ambito delle arti figurative alla Tokyo University of the Arts e fin da subito il suo lavoro si è distinto per il rapporto con il suono e la musica. Durante gli anni universitari faceva infatti parte di una band punk chiamata "Sisforsound", che ha influenzato radicalmente il suo approccio all'arte. Percependo labili i confini tra il mondo visivo e quello acustico, spesso smonta e riassembla strumenti musicali e oggetti elettronici per creare le sue opere d'arte. Influenzata dal movimento Fluxus degli anni sessanta e dalla musica sperimentale, si avvicina anche al lavoro di John Cage (1912-1992) creando con le sue opere una commistione tra arti visive e musica di ricerca e portando nuove prospettive e modi di interagire con il mondo circostante. In Pirelli HangarBicocca esporrà opere realizzate dalla metà degli anni duemila fino ai progetti più recenti, che l'artista aggiorna e sviluppa continuamente modificandoli nel tempo e adattandoli allo spazio in cui vengono presentati. Come racconta l'artista, "Percepisco le mie installazioni come uno spazio organico, contorto e intrecciato attraverso le parole chiave: 'errore', 'improvvisazione' e 'feedback'". L'artista ha inoltre una sofisticata capacità di rendere accessibili mondi spesso percepiti di nicchia quali la musica sperimentale e l'arte contemporanea, introducendo elementi familiari della quotidianità e di uso domestico come utensili da cucina e guanti per lavare, talvolta in modo ludico, con cui il pubblico si può rapportare. Grazie ai materiali da lei impiegati, Mohri riesce ad introdurre un'ironia sottile e una dimensione giocosa quasi nascosta, attingendo ai suoi riferimenti culturali (anche provenienti dalla filosofia e dalla cultura pop), iconografici e sonori (dall'arte cinetica alle sperimentazioni sul suono).
La mostra in Pirelli HangarBicocca presenterà un nucleo di opere appartenenti a diversi suoi corpus di lavori riconfigurate dall'artista per rispondere alle condizioni uniche dello spazio dello Shed. Come spiega Yuko Mohri, "Realizzo le mie opere in modo improvvisato. Non ho la visione di un'intera scultura fin dall'inizio. Voglio sempre valorizzare l'ispirazione ricevuta dal luogo e dall'incontro con esso". L'artista giapponese creerà un'unica scenografia visiva e sonora attraverso una programmazione imprevedibile delle opere presenti per dare vita a un'esperienza collettiva, cinetica e acustica per i visitatori. L'idea guida di ciascuna installazione risiede in un elemento che svolge il ruolo di forza motrice per innescare e attivare un particolare circuito dinamico. In Flutter (2018), ad esempio, il fulcro dell'opera è un acquario al cui interno sono posti sensori che captano la luce e l'ombra naturalmente create dai movimenti dei pesci e delle alghe che, a loro volta, diventano stimoli per gli altri elementi che compongono il sistema interdipendente. Il lavoro prende ispirazione dagli esperimenti sonori di John Cage quali Water Walk (1952) e Variation VII (1966), così come da Video Fish (1975) di Nam June Paik (1932-2006). Ispirandosi all'ambito musicale, Mohri realizza anche Piano Solo: Belle-Île (2021-24) in cui l'elemento centrale è un pianoforte modificato e programmato per suonare "da solo". Il lavoro nasce dall'impossibilità di collaborare, come l'artista spesso fa, con musicisti durante la pandemia da Covid. Ritiratasi in una foresta, l'artista vive un momento di riconnessione con la natura e ne registra i suoni: il cinguettio degli uccelli, il fruscio del ruscello, il vento tra le foglie. La natura diventa essa stessa performer e i suoni registrati vengono convertiti e utilizzati come input per il pianoforte che li traduce in composizione musicale. Attingendo dalla tradizione figurativa - il titolo infatti richiama Belle-Île, luogo in cui Claude Monet (1840-1926) realizzò la sua prima serie di dipinti - Mohri proietta un video della cima di quel dirupo riproducendone i suoni che lì ha registrato, con lo stesso intento della furniture music ideata dal musicista Erik Satie (1866-1925). Secondo questo concetto, la musica assume il ruolo di elemento ambientale, al pari dell'arredamento, e non richiede un ascolto attivo, rompendo così con la tradizione concertistica e con la centralità dell'opera musicale come oggetto estetico. Presentata per la prima volta al di fuori del Giappone, You Locked Me Up in a Grave, You Owe Me at Least the Peace of a Grave (2018) è un'esperienza immersiva in cui suono, luce e movimento si intrecciano in una coreografia ipnotica. L'elemento centrale è una scala a chiocciola rotante e sospesa che introduce un aspetto scultoreo e allo stesso tempo dinamico richiamando il fenomeno astronomico e sociologico del pianeta che gira intorno a un'asse. Attorno, quattro casse distorcono il suono ampliandolo come megafoni e facendolo riecheggiare in tutto lo spazio. Due archetti elettrici (E-bow) svolgono il ruolo di fonti sonore facendo vibrare delle corde per creare diverse armonie e orchestrare suono e luce in un flusso ritmico e cadenzato grazie a un sistema computerizzato. Il titolo deriva da una frase del rivoluzionario francese Louis-Auguste Blanqui (1805-1881), estratta dalla sua opera scientifico-filosofica "L'eternità viene dagli astri" (1872), che affascinò particolarmente il filosofo tedesco Walter Benjamin (1892-1940). La cosmologia scritta dal rivoluzionario negli ultimi anni della sua vita trascorsi in prigionia richiama l'idea di circolarità, chiave nella pratica artistica di Mohri. In questo spazio, aria e vibrazione, suono e rotazione, rivoluzione e desiderio di una nuova società, e movimento cosmico coesistono in un'unica immagine. La mostra includerà anche la celebre serie Decomposition (2021-in corso), presentata nel Padiglione del Giappone alla 60. Biennale di Venezia insieme a Moré Moré (Leaky): Variations (2018-in corso). Il primo gruppo di lavori ha come soggetto il decadimento organico, che l'artista riesce a trasformare in un sistema vivo fatto di suono e luce. Mohri connette della frutta a device elettronici tramite degli elettrodi. In questo modo i frutti, marcendo e perdendo acqua, generano elettricità che, a sua volta, attiva composizioni sonore e controlla il dimmeraggio della luce. Queste variazioni dipendono dal livello di decomposizione e di idratazione della frutta diventando segnali udibili e visibili della natura mutabile dell'opera. Il titolo richiama il termine opposto, "composizione", utilizzato nell'ambito musicale, centrale nella ricerca dell'artista. Completano l'installazione amplificatori, casse e mobili vintage che rievocano l'atmosfera della natura morta rinascimentale attingendo ancora una volta alla formazione dell'artista nelle arti figurative. Invece, Moré Moré (Leaky): Variations (2018-in corso) nasce come una serie fotografica in cui Mohri ritraeva i modi artigianali e le soluzioni creative con cui il personale copriva delle perdite d'acqua nella metropolitana di Tokyo. Ispirandosi a questa contingenza, l'artista realizza successivamente opere cinetiche con oggetti casalinghi come ombrelli, pentole, spolverini, spesso da lei rimaneggiati, suggerendo la fascinazione dell'artista per il Do It Yourself. Crea dunque perdite d'acqua artificiali con una pompa e un sistema elaborato per catturare e riciclare l'acqua che cade dal soffitto, ispirandosi ai metodi improvvisati che osservava mettere in atto nel contesto urbano giapponese e ripropone l'idea di un circuito, di un sistema di forze invisibili interconnesso che collega gli oggetti. Infine, I/O (2011 – in corso), con riferimento ai termini Input e Output, rappresenta un ecosistema organico il cui movimento e forma saranno determinati dalle condizioni dello spazio espositivo dello Shed, introducendo così un aspetto di casualità. Rotoli di carta sospesi al soffitto raccolgono delicatamente da terra polvere e altri detriti che vengono successivamente letti da uno scanner e convertiti in segnali elettrici che provocano il movimento di lampadine, strumenti e utensili. Il rimando alla partitura musicale si esplicita nelle tracce che l'ambiente lascia sulla carta le quali, una volta "suonate", producono determinate reazioni imprevedibili. L'artista Le opere di Mohri sono state esposte presso numerose istituzioni di primo piano, quali National Museum of Modern and Contemporary Art, Korea (MMCA), Seoul (2025); Artizon Museum, Tokyo (2024-25); Aranya Art Center, Hebei (2024); Atelier Nord, Oslo (2021); Japan House São Paulo (2021); Ginza Sony Park, Tokyo (2020); Camden Arts Centre, Londra (2018); Towada Art Center, Aomori (2018-19); National Museum of Modern Art, Kyoto (2018); Museum of Contemporary Art Tokyo (2012). L'artista ha rappresentato il Giappone alla 60. Biennale di Venezia (2024) e ha anche partecipato a numerose mostre collettive, fra cui Gwangju Biennale (2023); Biennale di Sydney (2022); Asian Art Biennial, Taichung (2021); Bienal de São Paulo (2021); Glasgow international (2021); Tai Kwun Contemporary, Hong Kong (2021); Palais de Tokyo, Paris (2018); Asia Pacific Triennial of Contemporary Art, Brisbane (2018); Centre Pompidou-Metz (2017); Biennale de Lyon (2017); Kochi-Muziris Biennale (2016); Yokohama Triennale, Kanagawa (2014). Catalogo La mostra sarà accompagnata dalla monografia più completa finora realizzata sulla pratica artistica di Yuko Mohri, che raggruppa un gruppo di critici d'arte e studiosi internazionali che hanno seguito da vicino la sua carriera. La pubblicazione comprenderà un testo del critico d'arte Ryo Sawayama che offre una panoramica del lavoro dell'artista, un saggio del curatore Martin Clark e un contributo del curatore Diego Sileo. Una selezione di scritti della stessa Mohri aggiungerà una prospettiva personale sul suo rapporto con il suono e un testo dei curatori della mostra approfondirà il progetto espositivo di Pirelli HangarBicocca. Inoltre, verrà sviluppato appositamente per questa occasione un glossario dedicato ai temi chiave esplorati dall'artista nella sua pratica, che offre un nuovo strumento interpretativo per comprendere il linguaggio in evoluzione di Mohri. Infine, il catalogo includerà un manga Shōjo creato da Ran Kurumi che illustrerà il percorso artistico di Yuko Mohri. Public Program Il Public Program dedicato alla mostra "Entanglements" presenterà il 2 ottobre 2025 una performance dal vivo in cui la musicista giapponese Eiko Ishibashi e il musicista e producer americano Jim O'Rourke attiveranno, insieme a Yuko Mohri, le opere dell'artista in mostra nello Shed di Pirelli HangarBicocca. Pirelli HangarBicocca Pirelli HangarBicocca è una fondazione no profit dedicata alla produzione e alla promozione dell'arte contemporanea, voluta e sostenuta da Pirelli. Fondata nel 2004, Pirelli HangarBicocca è oggi un'istituzione di riferimento per la comunità dell'arte internazionale, per i cittadini e per il territorio. Realtà museale totalmente gratuita, accessibile e aperta, è un luogo di sperimentazione, ricerca e divulgazione in cui l'arte è lo spunto di riflessione sui temi più attuali della cultura e della società contemporanea. Le attività, rivolte a un'audience ampia ed eterogenea, comprendono un calendario di importanti mostre personali di artisti italiani e internazionali, un programma multidisciplinare di eventi collaterali e di approfondimento, un'attività editoriale scientifica e divulgativa, proposte educative e di formazione. Il dialogo tra pubblico e arte è inoltre favorito dalla presenza costante, negli spazi espositivi, di uno staff di mediatori museali. A partire dal 2012 la direzione artistica è affidata a Vicente Todolí. Ospitato in un edificio ex industriale, un tempo sede di una fabbrica per la costruzione di locomotive, Pirelli HangarBicocca ha una superficie di 15.000 metri quadrati ed è uno degli spazi espositivi a sviluppo orizzontale più ampi d'Europa. L'area espositiva comprende gli spazi di Shed e Navate, dedicati a ospitare mostre temporanee, e l'opera permanente di Anselm Kiefer, I Sette Palazzi Celesti 2004-2015, monumentale installazione costituita da sette torri in cemento armato divenuta una delle opere più iconiche della città di Milano. Ufficio Stampa Responsabile Ufficio Stampa e Comunicazione Angiola Maria Gili T +39 02 6442 31229 angiola.gili@hangarbicocca.org Ufficio Stampa e Social Media Sofia Baronchelli T +39 334 658 9918 T +39 02 6442 31232 sofia.baronchelli@hangarbicocca.org Per scaricare le immagini https://pirellihangarbicocca.org/area-riservata/ Username: mohri Password: hangarbicocca Informazioni sulla mostra
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