San Leo, il fascino delle fortezze romagnole

L'Emilia Romagna offre molti spunti culturali e una vacanza in questa regione permette di realizzare un viaggio a trecento sessanta gradi che abbraccia mare, collina, buona cucina, un'immersione nella storia, il tutto

condito dall'inconfondibile accoglienza romagnola.san leo rocca3

L'entroterra riminese, a pochi chilometri dal mare, è costellato da borghi deliziosi dove svettano rocche malatestiane ancora in ottimo stato di conservazione.

Sant'Arcangelo, Gradara, San Giovanni in Marignano, Saludecio, Mondaino, Montefiore Conca, sono solo alcuni dei paesi arroccati sulle dolci colline che nulla hanno da invidiare ai declivi toscani.

Tra questi splendidi borghi, una menzione speciale la merita San Leo con la sua rocca che svetta imperiosa sullo sperone a strapiombo sulla valle del Marecchia.

san leo paeseUmberto Eco alla domanda “la città più bella d'Italia?” rispondeva: “San Leo: una rocca e due chiese”. In effetti San Leo è un borgo piccolissimo, il cui possente apparato difensivo fu ideato a metà del 1400 dall'architetto senese Francesco di Giorgio Martini, su commissione dei Montefeltro, che si avvicendarono ai Malatesta e allo stato pontificio nel dominio della regione.
La nuova struttura permetteva una controffensiva dinamica, garantendo direzioni di tiro incrociate. Per garantire questa condizione i lati della rocca erano dotati di artiglieria e le vie d'accesso vennero rese non raggiungibili dal fuoco nemico grazie ad avamposti militari.

La storia di un paese conteso

cattedrale san leoNel 1502 Cesare Borgia, con il sostegno del papa, si impadronì della fortezza. L'anno successivo, alla morte del pontefice, Guidobaldo da Montefeltro riprese il possesso dei suoi domini. Nel 1516 il forte passò ai fiorentini, sempre grazie al sostegno papale.
Sino all'attribuzione del ducato di Urbino allo Stato Pontificio, nel 1631, San Leo appartenne dal 1527 ai Della Rovere. Da quel momento la destinazione dell'edificio passò da rocca a carcere, le cui celle erano ricavate negli alloggi dei militari. Fra i reclusi spiccano i nomi di Felice Orsini e dell'avventuriero palermitano Giuseppe Balsamo, detto Cagliostro. Nel 1906 la fortezza cessò di essere un carcere e fino al 1914 ospitò una "compagnia di disciplina”.
Ma le alterne vicende non terminano ai nostri giorni, infatti, dall'Unità di Italia, il comune di San Leo è appartenuto alla regione Marche sino al 15 agosto 2009, quando è entrato a far parte della provincia di Rimini assieme ad altri 6 comuni dell'Alta Valmarecchia, a seguito di un referendum del 2006. Contro tale decisione la regione Marche ha fatto ricorso alla Corte Costituzionale, ma questa lo ha ritenuto infondato.

I reclusi illustri della prigione di San Leo

panorama san leoAll'interno della fortezza di San Leo è possibile visitare le celle, dalle pareti spesse e dalle finestre piccole o inesistenti, i sotterranei delle torture dove centinaia di internati hanno trovato la morte.

Felice Orsini, patriota italiano qui rinchiuso per 5 mesi, prima di essere giustiziato in Francia a seguito dell'attentato fallito a Napoleone III, dice della fortezza: “Aveva celle orribili, anguste, con mura spesse più di un metro, e con finestre su tre decime e di lato. Felice Orsini, nelle Memorie politiche descrisse il suo trasporto dal carcere di Urbino: "Posti a cavallo e bene incatenati ci avviammo verso la fortezza di San Leo, ventiquattro soldati formavano la scorta. Assai lontano vedemmo sorgere San Leo; ed io andavo ripetendo l'antico adagio degli abitanti delle vicinanze: Sol un Pepe. Sol un De', Sol un forte di San Le". (Solo un papa, solo un Dio, solo un Forte di San Leo).

cagliostroTroverà invece la morte qui, dopo 5 anni di durissima reclusione, Cagliostro. Personaggio la cui storia e spregiudicatezza hanno dell'assurdo, e che una volta finito sotto le grinfie papali e rinchiuso in una delle celle più sicure e anguste della rocca qui perirà il 26 agosto 1795.
Giuseppe Balsamo, noto come Alessandro conte di Cagliostro, nato a Palermo nel 1743, visse di espedienti in gioventù, divenne personaggio di spicco all'interno della massoneria e cavaliere di Malta. Spacciandosi come alchimista e guaritore riuscirà ad inserirsi nelle corti più importanti d'Europa, da Londra a San Pietroburgo. Alla corte di Versailles fu assieme al Cardinbale Rohan fautore di un complotto che diffamò la regina Maria Antonietta e aprì la strada alla rivoluzione francese. Fatale per lui sarà la fondazione di una loggia di rito egiziano, che lo vedrà a processo e poi condannato a morte per eresia. A seguito della pubblica rinuncia ai principi della dottrina professata Cagliostro ricevette la grazia dal papa e la sua pena fu commutata in carcere a vita da scontare appunto a San Leo.

Sono visitabili due celle che lo hanno ospitato, la tetra e umida cella del tesoro, dove si dice fosse custodito il tesoro dei duchi di Urbino, qui i visitatori lanciano monetine e soldi che ne tappezzano il pavimento. E la seconda, detta del Pozzetto, situata nella zona centrale del mastio, dalla quale l'avventuriero fu calato dall'alto, dall'unica apertura della cella situata sul soffitto e dalla quale gli veniva somministrato il cibo. Cagliostro era ritenuto un pericolosissimo e furbissimo criminale, sottoposto a costante sorvegliananza, anche attraverso una piccola feritoia presente sulla scala che offriva una visione globale dell'ambiente.
Sul giaciglio di Cagliostro sono deposti dei fiori, simbolo dell'indulgenza umana che sembra così lontana da questi luoghi di reclusione e torture.

Da non perdere

A San Leo, sempre sulla scia delle parole di Eco “Una rocca e due chiese”, un passaggio obbligato è la visita della cattedrale, in stile romanico-lombardo, situata su un piccolo promontorio dove prima sorgeva un tempio pagano e successivamente una chiesa dell'VIII sec, non presenta un portale sulla facciata poiché la sua posizione ne avrebbe reso angusto l'accesso. Gli interni sono suddivisi in tre navate separate da pilastri cruciformi. L'altare è sopraelevato e lo si raggiunge tramite un elegante scalone rinascimentale. La cripta, parte più antica della cattedrale, accoglie il sarcofago di San Leo, privo delle spoglie che si trovano nella chiesa di San Leo di Voghenza, in provincia di Ferrara, qui è presente solo un frammento del suo cranio, custodito in un'urna d'argento.

La seconda chiesa di cui parla Eco è la Pieve dedicata a Santa Maria dell'Assunta, si tratta del più antico monumento religioso del Montefeltro. La tradizione vuole che sia stata creata nel luogo dove San Leo era solito pregare.

torre san leoDa visitare anche la Torre Campanaria, il Palazzo Mediceo, e il Convento di Sant'Igne, la cui fondazione è attribuita a San Francesco. Quest'ultimo, assieme a Dante, è tra i visitatori illustri del borgo. L'Alighieri nel canto IV del Purgatorio cita San Leo, assieme ad altri luoghi impervi come Noli, Bismantova e il Cacume, per indicare la difficoltà della sua ascesa al monte del Purgatorio.

San Leo si staglia sulla roccia impervia, ma la sua cima si raggiunge con facilità e dalla lì si ammira un panorama che abbraccia tutta la valle. In un solo sguardo su quelle colline dolci ma frammentate, sembra di comprendere l'essenza della nostra storia litigiosa, gli scontri tra le signorie, le dominazioni che hanno caratterizzato l'età medievale, moderna, ma anche contemporanea del nostro incantevole e contradditorio paese.

per ulteriori informazioni potete consultare il sito di San Leo

Sara Rossi


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