Entroterra – Metappennino, cammini del NonTurismo

Cammino nelle Terre MutatecavalliTurismo lento, sostenibile, visitare e ritornare a vivere le aree interne, ed in particolare quelle colpite dal sisma e mai ricostruite, questi i temi centrali di

"Metappennino i cammini del non turismo", e del secondo di un ciclo di incontri dal titolo: "Entroterra, comprendere e conoscere le aree interne, voci ed azioni per un controesodo virtuoso", organizzato dall'associazione SpazioBetti.

SpazioBetti ha sede a Fermo e fa parte di un progetto di rigenerazione della scuola Ugo Betti resa inagibile dal sisma del 2016. L'incontro online è moderato da Andrea, membro dell'associazione.

Obiettivo dell'incontro è di ascoltare le voci e le azioni intraprese da diverse realtà locali e nazionali che credono fermamente nel valore del "nonturismo" cioè di quel turismo responsabile che rispetta i luoghi e che, in collaborazione con i soggetti accoglienti, sia partecipativo, rispettoso dei territori ed ecologico.

All'incontro, che ha tutta l'aria di una bella chiacchierata tra amici, partecipa Sonia Bregoli, coofondatrice di IT.A.CA' migranti viaggiatori - festival itinerante di turismo responsabile, nato a Bologna nel 2009 e arrivato a 26 tappe in tutta Italia, che coinvolge 700 realtà - che spiega quale è il significato di turismo sostenibile e di come si sia arrivati a parlare di turismo lento: "Nel 2018 il business del turismo rappresentava 1,7 trilioni di dollari del pil mondiale, e per quanto riguarda l'Italia, il 14% del pil Prima della pandemia era un mercato in continua crescita, con turisti che invadevano le grandi città, luoghi, località, grazie anche alle possibilità date dai viaggi low cost. In questo scenario il turismo responsabile rappresentava una piccola nicchia".

Ma cosa si intende per turismo responsabile?

Cammino Terre Mutate LAgo di FiastraE' quel turismo che riconosce la centralità della comunità locale accogliente e il suo diritto di essere protagonista nello sviluppo di turismo responsabile e sostenibile in cui il territorio torni protagonista. Sonia Bregoli spiega come con la pandemia il mondo sia stato stravolto bloccando ognuno nel proprio contesto. Questa chiusura ha indotto riflessioni sull'impatto dell'uomo sull'ambiente e si è iniziato a parlare ampiamente di turismo lento.
La pandemia continua Sonia: "ha fatto scoprire a molti italiani il mondo dietro casa, i cammini, i percorsi in bicicletta. Le vacanze sono state rimodulate, le località vicine sono state riscoperte, come le aree montane che hanno avuto una chance di una rinascita dopo anni di abbandono e spopolamento".
Oggi sembra sia possibile una sorta di "rivincita delle aree interne", frequentate quest'anno dal 30% di coloro che sono andati in vacanza.
L'attenzione è ora sui cammini, come la Via degli dei, la Francigena, quella della seta, il sentiero di Dante, e molti altri.
Camminare diventa un atto rivoluzionario, come anche andare in bicicletta. Le due ruote vengono usate con una nuova consapevolezza, sia per turismo che per spostarsi in città.
Secondo la coofondatrice di IT.A.CA' è necessario parlare di turismo lento nelle scuole e sensibilizzare le nuove generazioni. Tanti giovani sono tornati alla terra, hanno riscoperto vecchi mestieri, aziende di produzione locale con un lieve ritorno alle aree interne, processo accelerato dalla pandemia.
Cammino Terre Mutate Tappa 2 Matelica Pioraco Camerino 61Abitare in zone interne è una scelta che coinvolge la politica, servono perciò azione amministrative che guardino alla sostenibilità. Occorre ad esempio una cablatura per consentire a chi sceglie di riappropriarsi di questi territori di lavorare da casa, sulla scia delle direttive dell'Unione Europea del 2030.
Sonia chiosa dicendo quanto sia necessario imparare la lezione della pandemia, ripensare gli stili di vita e cercare di modificarli, per promuovere, sulla scia delle parole del filosofo camerunense Achille Mbembe, il "diritto di respirare".

Patrizia Vita di Movimento Tellurico, tra i fondatori assieme ad Ape e Federtrek di Cammino nelle Terre Mutate illustra come sia stato possibile unire sostenibilità, rispetto dei territori e conoscenza, attraverso un turismo lento, delle zone colpite dal sisma. Nel 2017 è stata realizzata la camminata zero. Oggi il cammino di 257 km è percorribile da aprile a ottobre a piedi, in bici, ma anche in camper ad esempio. E nel difficile 2020 ha coinvolto circa mille viaggiatori.
"La forza del cammino - dice Patrizia - è che nasce a costo zero poichè è stato reso possibile solo grazie all'attività di volontariato. Nostro fiore all'occhiello è la guida "Il cammino nelle terre mutate" che, uscita nel 2019 e presentata a Fa' la cosa giusta, è già stata aggiornata ed è in ristampa.

Questo cammino, di cui c'è anche un sito aggiornatissimo, attraversa 14 comuni, tutti colpiti dal sisma, 4 regioni Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, 2 parchi nazionali quello dei Monti Sibillini, e il Gran Sasso Laga.
L'obiettivo di questo viaggio è far conoscere le zone colpite dal terremoto, lo stato di abbandono di cui i viaggiatori sono testimoni e perchè no, dare un respiro economico a chi ha deciso di restare. Cammino terre mutate tenda campi norcia 2020 1 scaled
Dopo aver compiuto almeno 8 tappe e 5 notti di soggiorno si diventa "Partigiano della terra", una sorta di patentino di testimone di cammino.
"Alla base di quest'esperienza – continua Patrizia Vita - c'è l'amore per la terra che stai calpestando e la consapevolezza dei cambiamenti, attraverso un turismo esperienziale e di relazione. Il nostro cammino ha una sua spiritualità, ma sta dando anche un supporto concreto a questi territori creando anche nuove professionalità.

Tra i tratti più suggestivi a livello naturalistico vanno menzionati i 25 km di Fiastra – Ussita; Amatrice - Campotosto paese dimenticato e meraviglioso dove hai anche la possibilità di ricongiungersi con i mezzi. Il contrasto tra la bellezza naturale dei parchi e la distruzione dei territori è enorme, e fa riflettere. I 257 km del percorso intersecano altri cammini, senza competizione, anzi è assolutamente necessario potenziare la conoscenza di tutti cammini.

La parola passa poi a Federico Bomba, direttore di Sineglossa e curatore della collana Nonturismo, una realtà marchigiana.
"Nonturismo nasce dal bisogno di vivere i luoghi diversamente, è una provocazione che fa riflettere sul tipo di spostamento che desidereremmo creare, il punto di vista è quello delle comunità accoglienti". Sono uscite 2 guide, una è su Ussita. Entrambe sono realizzate dalle comunità accoglienti, che parlano e fanno parlare il territorio. Al centro vi sono i cambiamenti attraverso lo sguardo degli abitanti. La particolarità sono i contributi di economisti, artisti, l'emergere di conflitti che non si sanano ma si esplicano.
"Andiamo ad ascoltare in particolare i soggetti che raccolgono la fiducia della comunità, frutto di un lavoro di tessitura che dura anni, è una stratificazione di dinamiche".

mappa terre mutateChiara Caporicci di C.A.S.A. - acronimo di Cosa Accade Se Abitiamo - uno spazio che si trova a Frontignano di Ussita, a 1350 mt slm e nato dopo il sisma, spiega come l'associazione abbia coniato il termine di "restanza" mutandolo da un testo di Vito Teti, inteso come di diritto di restare, di tornare. Al centro c'è la collaborazione di altre realtà come Itacà e il concetto di cambiamento. Lo spazio era nato per trovarsi e utilizzarlo come "casa degli artisti" in senso lato, tutte personalità che arricchiscono il dialogo, artisti, scienziati, creativi.
"Assieme ad Actioaid – racconta Chiara - siamo riusciti a far approvare il regolamento dei beni comuni a Ussita – la cui giunta è stata commissariata - permettendo ai cittadini di prendersi cura dei beni comuni e una governace più orizzontale.
La guida di Ussita ci ha assorbito moltissimo, ed frutto di una redazione di comunità, le persone parlavano del nostro paese, del passato, ci siamo avvalsi anche dell'aiuto dello storico dell'Appennino Augusto Ciuffetti e dello scrittore Alessandro Chiappanuvoli".
La guida possiede due mascroitinerari, il primo "Vivere qui" è stato costruito con il contributo stretto degli abitanti, il secondo invece, più complesso, ricongiunge il punto più alto e quello più basso, è stato scritto da Chiappanuvoli, con il contributo fotografico di Antonio Di Cecco.
Nell'intermezzo c'è invece la parte trattata da Augusto Ciuffetti e nella sezione finale ci sono invece le "visioni", le proiezioni al futuro, come quelle di un giovane pastore.

L'ultimo contributo riguarda l'esperienza di Borgofuturo, un evento biennale, che mette in relazione Ripe San Ginesio, un piccolo centro dell'entroterra Marchigiano, a una prospettiva di sviluppo sostenibile. Giunto alla sua decima edizione, quest'anno si è dedicato all'Anello del Fiastra e al progetto di mobilità dolce in loco. Il cammino ad anello nasce da un progetto di ricerca- azione, all'interno di un progetto di volontariato europeo che vede la collaborazione di giovani che provengono da tutto il mondo.
"La filosofia dei cammini è stata la nostra filosofia" sostiene Matteo tra i fautori del progetto – "Il cammino è stato provato e mappato".
L'anello del Fiastra si svolge in 3 giorni, 5 tappe per attraversare 3 comuni.
Partendo da Ripe San Ginesio, si passa per Colmurano, Urbisaglia, Loro Piceno, Sant'Angelo in Pontano, per poi tornare a Ripe. E' stata effettuata una mappatura, tecnica ma anche emozionale nel pieno rispetto della sostenibilità.

I prossimi appuntamenti con Entroterra – Metappennino saranno il 2 e il 9 febbraio sulla pagina Fb di SpazioBetti.

Al centro di tutto c'è sempre l'ecosostenibilità e il viaggio slow come comprensione rispettosa dei territori perchè, come diceva Goethe: "Vuoi vivere felice? Viaggia con due borse: una per dare, l'altra per ricevere".

Sara Rossi

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